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Le Università calabresi un’eccellenza sottovalutata per lo sviluppo del territorio

Le università della Calabria rappresentano un patrimonio di conoscenza, innovazione e talento, ma troppo spesso il loro potenziale rimane inespresso rispetto alle possibilità di sviluppo del territorio. Con atenei come l’Università della Calabria, l’Università Mediterranea di Reggio Calabria e l’Università Magna Graecia di Catanzaro, la regione dispone di centri di eccellenza in vari ambiti, dalla ricerca scientifica all’ingegneria, dalla medicina alle scienze umane. Tuttavia, il legame tra il mondo accademico e il tessuto produttivo locale risulta ancora debole, impedendo alla Calabria di sfruttare appieno questa risorsa strategica. Uno dei problemi principali è la fuga di cervelli: molti giovani laureati, dopo aver ricevuto una formazione di alto livello nelle università calabresi, si vedono costretti a emigrare in cerca di migliori opportunità lavorative. La mancanza di un sistema imprenditoriale capace di assorbire queste competenze e la scarsa connessione tra ricerca accademica e settore produttivo sono fattori che alimentano questa tendenza. Inoltre, le istituzioni locali e il mondo dell’impresa spesso non investono abbastanza in collaborazioni con gli atenei, frenando lo sviluppo di startup, progetti di innovazione e percorsi di trasferimento tecnologico. Eppure, esempi di eccellenza non mancano. L’Università della Calabria è tra le migliori del Sud Italia per qualità della ricerca e internazionalizzazione, con progetti di punta nel campo dell’ingegneria, dell’intelligenza artificiale e delle biotecnologie. L’Università Mediterranea di Reggio Calabria è un punto di riferimento per l’architettura e l’urbanistica, mentre l’Università Magna Graecia di Catanzaro vanta importanti risultati nel settore medico e farmaceutico. Sono realtà che, con il giusto supporto, potrebbero trainare l’economia regionale e rendere la Calabria più competitiva a livello nazionale e internazionale. Per invertire la rotta, è necessario un cambio di paradigma: le istituzioni dovrebbero promuovere politiche che incentivino le imprese a collaborare con le università, favorendo l’innovazione e la creazione di lavoro qualificato. Allo stesso tempo, gli atenei dovrebbero rafforzare i rapporti con il territorio, proponendo percorsi formativi più aderenti alle esigenze del mercato e sviluppando incubatori d’impresa per trattenere i talenti locali. Le università calabresi non devono essere viste solo come luoghi di formazione, ma come motori di sviluppo. La loro valorizzazione non è un’opzione, ma una necessità per il futuro della regione.

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